Autore: Redazione

Venerdì 13 aprile: inizia l’ avventura del Veneto Gravel

Domenica 15 ore 11.30. Posto di controllo nr. 6 dall amico Miss Grape a Rovigo. Km. Percorsi 410. Ora una pasta veloce e poi via verso Verona sperando che vento non sia sempre contro.

S. Antonio Padova

Venezia… e Stra

Molinetto del Croda a Refrontolo

Fatto anche il quarto.. Cison di Valmarino

Ed a che il terzo check Point al km 150 dall amico ARODAALTA di Belluno se ne è andato.. Grazie per l accoglienza.. Si riparte

Ecco finalmente giunto il primo appuntamento serio della stagione: il Veneto gravel 2018. In compagnia del mio amico dal brillante passato ciclistico Antonio Morbiato siamo qui a Piazzola sul Brenta pronti per la partenza.

Che il Veneto Gravel abbia inizio!!!!

Due giorni di preparazione per il Veneto Gravel per Gianni e Antonio

Venerdi 23 marzo: un bel giro tra la ciclopedonale lungo il fiume Brenta-Anello fluviale di Padova-Pista ciclabile sul Bacchiglione-Ciclopedonale Riviera Berica

Eccoci qui alla partenza.. Finalmente il sole ci ricorda che è primavera. Dobbiamo iniziare seriamente a macinare qualche km perché il Veneto gravel si avvicina… Così proviamo questo tracciato e vediamo come è 😁😁😁

Ancora qualche ora e poi di parte

Intanto la bici è sistemata.. Pulita e controllata in ogni dettaglio grazie a cicli Rossi.

Che il Signore ci protegga!!! Ed Antonio è già sul Brenta!!!

Ed ora la Treviso – Ostiglia

Qui sotto il Castello di San Martino della Vanezza a Cervarese Santa Croce

Eccoci circa a metà strada…Antonio vede già la Madonna

La bici di Gianni

E’ una Gravel? Una Monster Cross? Una All Road? Sinceramente non lo so..forse tutte queste messe assieme, forse nessuna di queste. E’ la mia bicicletta, creata in base alle mie attuali esigenze. Io preferisco definirla “Ibrida”. Poi potrò valutarla meglio dopo averla testata in tutti i percorsi dove intendo veramente metterla alla prova!!

Vi presento il mio nuovo mezzo prodotto da Cicli Rossi. Molti di voi noteranno una certa somiglianza con la mitica Santa Cruz Stigmata: in effetti i colori di quel mezzo mi sono sempre piaciuti e quindi l’ho fatta verniciare “a sua immagine e somiglianza”. La geometria del telaio è invece quella della Salsa Coutthroat (che riporto sotto). Nel mio caso la taglia è MD. E’ stato però meno evidenziata l’ inclinazione slooping sia per poterla eventualmente utilizzare con un fuorisella superiore, sia per avere una maggiore comodità in caso di doverla portare in spalla. Ho inoltre aggiunto il terzo porta borraccia nella parte sotto del telaio (per poter eventualmente inserire una eventuale borsa Frame Pack per i trail spostando gli altri due porta borraccia sulla forcella anteriore). Inoltre il telaio ha attacchi ruote perno passante “boost”, e cioè 110×15 anteriore e 148×12 posteriore anzichè i classici 100×15 – 142×12, questo sia per una maggiore rigidità del mezzo che per potermi consentire di intervallare l’uso delle ruote con quelle della mia MTB, in base al tipo di percorso che dovrò affrontare.

Il telaio è interamente realizzato a mano in Italia  da maestri artigiani italiani, che lavorano in questo campo dal 1999, sotto l’attenta guida della ditta Cicli Rossi. In questo caso, si è partiti da un modello nato per il fuoristrada realizzato in fibra di carbonio alto modulo 3K, opportunamente modificato secondo le mie esigenze.Peso 1140 gr forcella esclusa.
1- si usa sia tessuti con titolo 1k e 3k sia Ud (unidirezionali) con vari tipi di pesi e spessori, tagliati a plotter (importante per la ripetitività dei pezzi). Finitura in genere plain (raramente twill)
2- ogni tubo è fatto mediamente da 4 a 8 tessuti diversi di vari spessore a seconda delle zone di sollecitazione, da 0,8 mm a 1,5 mm (stratificazione variabile)
3- i tessuti sono tutti preimpreganti di resina epoxy termoindurente (con altri materiali come carica) ad alta resistenza con tenore che varia dal 26 al 38% – Tagli a plotter (sempre uguali, costanti tensioni)
4- Fornitori vari (in prevalenza Toray) – Le sigle di identificazione sono diverse da fornitore a fornitore
5- Il tipo di carbonio utilizzato è a media resistenza (più elastico) e ad alto modulo (molto rigido e fragile)
6- Il modulo Elastico dei materiali di carbonio impiegati vanno da 230 a 750 GPa
7- Resistenza a trazione da 3000 a 4500 MPa
8- Coefficiente espansione termica : mediamente zero o negativa

Qui vedete la bicicletta in assetto da Gravel impegnativo o Trail leggero, con copertoni da 2″ di larghezza. Si lo so..il tubo della forcella è da tagliare ma datemene il tempo 🙂 Il peso con queste ruote è di 9,5 kg

SELLE ITALIA GEL FLOW MAX PESO 250 GR

REGGISELLA CARBON PRO

ATTACCO AL MANUBRIO DEDA LUNGHEZZA 110 MM NEGATIVO PESO GR 119

MANUBRIO SALSA COWBELL 2 BAR 44 CM PESO 281 GR

FORCELLA RIDEWILL BIKE CARBON UD650B PLUS PERNO PASSANTE 15/110 BOOST PESO 630 GR

COMANDI AL MANUBRIO SRAM RIVAL1 HRD SHIFT-BRAKE CONTROL

FULCRUM RED ZONE 5 PP MOZZO BOOST COPERTONI MICHELIN AKA TNT 2” TUBELESS – CORPETTO SHIMANO CASSETTA XT 11V 11-40 PESO 1815 GR NUDE

ABSOLUTEBLACK CORONA OVAL SRAM CX DIRECTMOUNT NERO DENTATURA : 42T 70 GR

GUARNITURA SRAM 11V GX EAGLE SET GPX 42T BOOST 175 MM PESO 610 GR – LA CORONA VERRA’ INTERCAMBIATA A SECONDA DELLE ESIGENZE CON SRAM CX DIRECTMOUNT 32T

PORTABORRACCE MONOSCOCCA ELITE CARBON

PEDALI SHIMANO DEORE XT SPD-M8020 PESO 404 GR

CATENA SRAM XX1 118 MAGLIE 252 GR

DERAGLIATORE POSTERIORE SRAM RIVAL 1 X-SYNC GABBIA LUNGA PER CASSETTE 10-42 11V PESO 270 GR

  • SELLE ITALIA GEL FLOW MAX PESO 250 GR

  • REGGISELLA CARBON PRO

  • ATTACCO AL MANUBRIO DEDA LUNGHEZZA 110 MM NEGATIVO PESO GR 119

  • MANUBRIO SALSA COWBELL 2 BAR 44 CM PESO 281 GR

  • FORCELLA RIDEWILL BIKE CARBON UD650B PLUS PERNO PASSANTE 15/110 BOOST PESO 630 GR

  • COMANDI AL MANUBRIO SRAM RIVAL1 HRD SHIFT-BRAKE CONTROL

  • FULCRUM RED ZONE 5 PP MOZZO BOOST COPERTONI MICHELIN AKA TNT 2” TUBELESS – CORPETTO SHIMANO CASSETTA XT 11V 11-40 PESO 1815 GR NUDE

  • ABSOLUTEBLACK CORONA OVAL SRAM CX DIRECTMOUNT NERO DENTATURA : 42T 70 GR

  • GUARNITURA SRAM 11V GX EAGLE SET GPX 42T BOOST 175 MM PESO 610 GR – LA CORONA VERRA’ INTERCAMBIATA A SECONDA DELLE ESIGENZE CON SRAM CX DIRECTMOUNT 32T

  • PORTABORRACCE MONOSCOCCA ELITE CARBON

  • PEDALI SHIMANO DEORE XT SPD-M8020 PESO 404 GR

  • CATENA SRAM XX1 118 MAGLIE 252 GR

  • DERAGLIATORE POSTERIORE SRAM RIVAL 1 X-SYNC GABBIA LUNGA PER CASSETTE 10-42 11V PESO 270 GR

Qui vedete la bicicletta in assetto da Gravel classico, con copertoni da 40 mm di larghezza.  Il peso con queste ruote è di 9,2 kg

CERCHI NOTUBES ZTR GRAIL RAGGI SAPIM MOZZI BOOST BOONE – DISCHI FRENO ASHIMA AI2 ARO-09 160MM

CASSETTA SRAM XG-1150 FULL PIN 11V 10-42 CORPETTO XD

  • CERCHI NOTUBES ZTR GRAIL RAGGI SAPIM MOZZI BOOST BOONE – DISCHI FRENO ASHIMA AI2 ARO-09 160MM

  • CASSETTA SRAM XG-1150 FULL PIN 11V 10-42 CORPETTO XD

Qui vedete la bicicletta in assetto BDC, con copertoni da 28 mm di larghezza.  Il peso con queste ruote è di 8,6 kg

CERCHI NOTUBES ZTR GRAIL – QUESTE RUOTE VERRANNO USATE A SECONDA DELLE NECESSITA’ CON COPERTONI STRADA SWALBE DURANO 700X28 E COPERTONI CX-GRAVEL VITTORIA TERRENO DRY 40C TNT TUBELESS READY 700X40

  • CERCHI NOTUBES ZTR GRAIL – QUESTE RUOTE VERRANNO USATE A SECONDA DELLE NECESSITA’ CON COPERTONI STRADA SWALBE DURANO 700X28 E COPERTONI CX-GRAVEL VITTORIA TERRENO DRY 40C TNT TUBELESS READY 700X40

Qui vedete la bicicletta in assetto MTB per trail, con copertoni da 2,25″  di larghezza.  Il peso con queste ruote è di 9,3 kg”

CERCHI NOTUBES ZTR CREST MK3 MOZZI BOOST BOONE COPERTONI VITTORIA BRAZO 2,25” – CORPETTO SHIMANO CASSETTA XT 11V 11-40 PESO 1490 NUDE

  • CERCHI NOTUBES ZTR CREST MK3 MOZZI BOOST BOONE COPERTONI VITTORIA BRAZO 2,25” – CORPETTO SHIMANO CASSETTA XT 11V 11-40 PESO 1490 NUDE

Qui la bicicletta è pronta per il Veneto Gravel che pedalerò in aprile: all’interno delle borse ho già messo tutto il vestiario e l’attrezzatura che mi servirà per questo giro ed il peso finale è di 15 chilogrammi esatti.

Tabella geometria del telaio (nel mio caso taglia MD)

9 -12 Febbraio 2018: usciti per un giro in piazza

Ultime pedalate

Dopo gli ultimi cinquanta kilometri di Via Flaminia, in avvicinamento a Roma, lasciamo il tratto in tunnel e ci immettiamo nel vecchio percorso della SS3.

In breve siamo a Saxa Rubra e imbocchiamo la pista ciclabile che ci porterà a destinazione.

Appena le nostre ruote si appoggiano sull’asfalto colorato di rosso, segno che siamo in zona sicura, e il Tevere si appoggia lento a sinistra, il nostro pensiero si accorda: siamo arrivati!

Le parole escono a fatica, l’emozione è troppo forte.

Siamo quasi a mezzanotte tra domenica 11 e lunedì 12 febbraio, il nostro viaggio invernale verso la città antica è ciclisticamente concluso. Le ultime manciate di kilometri sono solo l’opportunità di ripensare agli oltre seicento appena passati.

Siamo in due, ma in questo momento ognuno è solo, pensa e dà senso e luce al viaggio.

Dopo tante fatiche non servono grandi discorsi, solo poche parole e poi il silenzio.

Poche decine di minuti e siamo in questi viali deserti. Rispettiamo tutte le luci rosse dei semafori che regolano un traffico inesistente.

Non c’è fretta di arrivare.

In fondo si intravede il colonnato dell’esedra di Piazza San Pietro.

Con rispetto entriamo e ci accoglie la basilica con la sua luce bianca. La piazza è vuota. I mezzi per pulire stanno facendo il loro lavoro notturno, le luci blu della polizia segnalano un controllo continuo, i mezzi militari con gli ultimi soldati sembrano quasi sbadigliare prima del riposo.

Ci ringraziamo a vicenda per il viaggio, poche fotografie per ricordarci all’arrivo e poi si riparte verso Nord.

Venerdì 9 Febbraio 2018: ore 17.00

Coltivavo da molto tempo l’idea di pedalare verso Roma in pieno inverno, ma quando avevo già programmato la partenza le condizioni meteorologiche mi avevano sconsigliato di tentare.

Qualche settimana addietro Loretta mi propone un viaggio estivo in climi abbastanza freschi, allora le propongo questa strana gita fuori porta, per mettere alla prova le nostre capacità di pedalare insieme, sopportandoci nella fatica e nelle condizioni difficili esterne, ma anche per iniziare a testare varie configurazioni di materiali e attrezzature per la lunga pedalata estiva.

Per giro estivo e di tutte le sue motivazioni ci risentiremo più avanti.

Loretta mi risponde immediatamente di sì e iniziamo a programmare il percorso. In breve arriva il momento della partenza e alle cinque del pomeriggio di venerdì 9 febbraio esco di casa e la trovo già per via, pronta a pedalare.

Prima la fermata d’obbligo per salutare i nostri cari amici della famiglia Rossi: Bruno, Gabriele, Anna e Walter. Un caffè in compagnia, due chiacchere, un ultimo controllo ai mezzi e poi si parte sul serio verso Sud.

Dueville - Casecchio di Reno

La prima parte del percorso è piacevolmente pianeggiante. La ciclabile della riviera berica e l’anello degli Euganei ci accompagnano fino ad Este, dove arriviamo in tempo per una cioccolata calda, dopo circa sessanta kilometri, solo un po’ di pioggia in uscita dai Berici, ma complessivamente il clima è ottimo. Nel passaggio tra Berici ed Euganei veniamo anche accolti da refoli di vento caldo.

La pianura procede sotto le nostre ruote, le salite sono molto più avanti, come ci ricorda l’altimetria preventiva, ora dobbiamo solo avvicinarci a Bologna.

In poche ore passiamo prima l’Adige e in seguito il Po, fino a raggiungere Ferrara. Sono quasi centoventi kilometri: è tempo di una pausa con un’ottima pizza che ci darà carburante fino a domattina.

Appena partiti da Ferrara la situazione meteorologica cambia: siamo immersi in una fitta nebbia. Già qualche kilometro prima avevamo trovato brevi banchi tra nebia e foschia, ma ora si fa seria. Non vediamo che poche decine di metri di strada davanti a noi. Prudentemente siamo più che visibili, con luci e catarifrangenti, come ci confermeranno a Bologna degli automobilisti che ci avevano sorpassato. Il problema è un altro: ad un certo punto guardo i miei guanti e li vedo ricoperti di ghiaccio. La temperatura era scesa di poco sotto gli zero gradi centigradi e ora sembravamo dei piccoli pupazzi di ghiaccio. Poco dopo Loretta mi avvisa di fermarmi perché il ghiaccio le si era attaccato alle lenti degli occhiali e non riusciva a vedere quasi nulla. Con una breve sosta risolviamo il problema e dopo un paio d’ore di lunghi retilinei arriviamo alla periferia di Bologna, dove la nebbia si dirada.

Passiamo la città semideserta, sono quasi le due, e ci dirigiamo verso Casalecchio di Reno, seguendo la ciclabile cittadina.

Casalecchio di Reno - Prato: sabato 10 Febbraio, prime ore della giornata

L’altimetria ci dice che la festa è finita: ci aspetta la salita verso Castiglione dei Pepoli.

Prima una serie di modeste salite e seguenti discese, poi il lungo falsopiano che ci porta a Rioveggio, dove è prevista la sosta premio: conosco una pasticceria che apre alle quattro del mattino. Mi sono già fermato altre volte ed il pasticcere, un giovane e simpatico ragazzo, sopporta la nostra sosta prolungata per cambiarci i vestiti e fare rifornimento di zuccheri contro il freddo che ci aspetta. Avevamo infatti già visto accumuli di neve lungo la strada, quindi meglio essere pronti all’emergenza con energie a disposizione. In realtà è una scusa: avevamo voglia di mangiare cibi dolci, visto che a Ferrara ci eravamo limitati al gusto salato!

Dpo una fermata di mezzora o poco più, pronti e via.

La salita non è impegnativa, ma affrontata d’inverno e alle sei del mattino merita rispetto, non considerando i duecento kilometri che avavamo già nel sacco.

La neve sui prati diventa sempre più presente, finché l’alba ci regala un paesaggio da incanto, che merita uno stop per esigenze fotografiche.

 

Ora serve massima concentrazione perchè dove il sole ha illuminato la strada si sono formate pericolose lastre di ghiaccio da percorrere con attenzione.

Scolliniamo e inizia la lunga discesa verso Prato. La prima parte in ombra, poi immersi nel caldo sole del mattino. Anche per la discesa sempre massima attenzione, almeno nella prima parte, poi ci lasciamo andare ed in un baleno superiamo la città.

Loretta mi aveva avvisato che doveva comunicare con una sua amica fiorentina, per organizzare un rapido incontro in città: detto, fatto! Ora ci dirigiamo verso il capoluogo toscano.

Da Prato a Chiusi

Ci dirigiamo verso Firenze nel traffico caotico del sabato mattina. Il nostro obiettivo sarebbe di arrivare il più possibile vicino a Chiusi prima della notte e poi fare i conti con le nostre forze. L’altimetria ci avverte che avremo dei problemi, ma dopo aver superato la notte quasi sempre a zero gradi centigradi, ci sentiamo ancora in forze e fiduciosi.

Arriviamo a Firenze, al parco delle Cascine, e raggiungiamo il luogo dell’appuntamento per una breve sosta, con doppio piatto di pasta, e foto di rito sull’Arno, ora via verso le prime colline toscane.

La salita verso San Donato in collina è lunga e impegnativa, ma allo scollinamento troviamo la sorpresa di un chiosco con frittelle appena fatte: meritata ricompensa!

Scendiamo verso la valle dell’Arno e dicidiamo di percorrere la strada statale, più scorrevole della ciclabile parallela che spesso è sterrata.

Verso Arezzo la fredda umidità della notte precedente ci presenta il conto e dobbiamo fermarci a riposare prima del previsto, con un imprevisto che ci preoccuperà per molti kilometri: il supporto della borsa posteriore di Loretta esce dalla sua sede e la borsa stessa ricade sulla ruota bloccandola, fortunatamente stavamo scendendo da un marciapiede con i piedi a terra. L’inconveniente ci preoccupa perché non abbiamo la minima idea di come risolverlo, con qualche espediente sistemiamo la borsa e arriviamo all’albergo prescelto.

Al mattino blocchiamo in qualche modo la borsa con un elastico e partiamo di buona lena.

Alla prima sosta proviamo a inviare una fotografia ai nostri amici Rossi, anche se è domenica, per avere un suggerimento su come procedere. in breve ci arriva la risposta: eseguiamo e tutto si sistema!

Grazie ragazzi!

Superiamo il valico di Monte Nibbio e poi picchiata verso Orvieto.

Anche le colline umbre dallo squarci di meraviglia, con colori che tolgono il fiato.

Un rapido sguardo alle previsioni meteorologiche ed insieme decidiamo di passare dritti anche questa notte, visto che il tempo dovrebbe peggiorare solo nel pomeriggio di lunedì

Entriamo nel Lazio passando per Bomarzo ed Orte, finché imbocchiamo la via Flaminia. Ormai ci sentiamo arrivati, ma è necessario un altro rifornimento di pasta. Mentre aspettiamo una signora ci si avvicina e ci dice che le prova freddo per noi, chiedendoci come facciamo a viaggiare a quelle temperature. Effettivamente non sentiamo il freddo quando stiamo pedalando, ma solo quando ci fermiamo anche se siamo all’interno.

Valutando le condizioni del traffico, decidiamo di proseguire per la via Flaminia, senza seguire un percorso secondario, che ci avrebbe portato su strade semideserte ma più dissestate.

Il resto è raccontato nel prologo, con l’arrivo a Roma.

Colline umbre

Loretta verso Monte Nibbio

Finalmente al valico

Sosta per respirare

 

Da Roma a Bolsena: notte tra domenica 11 e lunedì 12 febbraio

Dopo la sosta a San Pietro, un doppia cioccolata calda ci rifornisce per questa altra notte sui pedali.

Sappiamo che ci aspetta una serie infinita di colline, non sempre dolci, quindi iniziamo la nostra uscita da Roma con calma, percorrendo strade che di giorno sono una bolgia, mentre ora rimangono tranquillamente vuote. In pochi kilometri finiscono lampioni e abitazioni, rimane solo il silenzio e un cielo carico di stelle.

Aspettiamo con trepidazione l’alba, perché questa seconda notte sembra non finire mai. Il sonno si fa sentire e c’è chi riesce a dormire pure in salita!

Raggiungiamo Bracciano e con le prime luci compare un bar aperto, come oasi nel deserto. Ci fermiamo e a turno ci tocca la personale dose di sonno. Dopo la sosta usciamo e il cielo è diventato improvvisamente grigio, inizia una leggera pioggia ghiacciata e anche l’aria risulta molto più fredda.

Con un breve consulto e all’unanimità decidiamo di puntare verso Vetralla alla ricerca di un treno che ci riporti a casa.

In realtà di treni ne troveremo sette, con coincidenze al limite (Vetralla – Viterbo – Bomarzo – Chiusi – Firenze – Prato – Bologna – Padova ). Il bigliettaio che mi prepara i biglietti mi avvisa che se dovessi riuscire a prendere tutti i treni in orario, dovrei telefonargli per richiedere un trenino in minuatura come premio. Alla fine Firenze risulta fatale e un ritardo di cinque minuti manda a monte il nostro bel piano. Pazienza, un bel piatto di pasta a fagioli a Bologna sistema stomaco ed umore.

Anche questa è fatta e ora avanti con la prossima.

Abbiamo chiuso con circa 700 kilometri pedalati ed un dislivello di poco superiore ai 5000 metri.

Primo racconto: il “VENETO GRAVEL” di Gianni

Ormai è tutto pronto. Ho però la sensazione che l’unica cosa che non sia ancora messa a punto..sono io. La nuova bici messa a disposizione da Cicli Rossi per le mie nuove avventure è sempre in continua evoluzione, alla ricerca della perfezione. Non perché il mezzo abbia qualche problema, anzi, è un piacere guidarla. Ma sto testando ogni singolo pezzo affinché la “sofferenza” durante la prossima avventura sia ridotta al minimo. Quindi controllo della posizione sul mezzo dal biomeccanico, test di copertoni-ruote-selle varie, test su vari terreni con e senza le borse che mi accompagneranno durante il viaggio, bilancia per pesare la bicicletta in ogni sua veste. Ora vi spiego cosa è il VENETO GRAVEL.

Il “VENETO GRAVEL”, nome abbreviato VT, è una avventura in bici attraverso la natura, i paesaggi, campagne, colline e le città venete: Un evento unsupported bike adventure! Praticamente si parte tutti assieme (quest’anno lo start viene dato il 13 aprile alle ore 21,30) e ciascuno, seguendo il proprio passo e la traccia gpx che viene messa a disposizione qualche giorno prima, cercherà di portare a termine il percorso come meglio crede, senza nessun ausilio da parte degli organizzatori. Quindi vestiario, alimentazione, dormire ecc. sono decisi esclusivamente da ogni singolo partecipante in base alle proprie esigenze ed alla propria preparazione. Non c’è una classifica..non si vince nulla. Se si rimane dentro un limite di ore prefissato, si può solamente, se interessati, ricevere il Brevetto Veneto Gravel 600 k (ARI – AUDAX). Il regolamento comunque lo trovate QUI.

Normalmente il percorso cambia ogni anno, e per il 2018 è il seguente: Piazzola sul Brenta, l’Ostiglia, gli Ezzelini, Bassano del grappa, la Valsugana, Cismon il Corlo e Feltre, la Val Belluna, Belluno, i laghi di Santa Croce, Morto e Revine, Cison di Valmarino, Refrontolo, Molinetto della Croda, il Collalto, Treviso, il Sile e il veneziano, scorcio in laguna e Venezia, le ville venete, Padova e il Prato, la discesa nella bassa padovana, Rovigo, la risalita dell’Adige, Verona , l’Arena, le colline veronesi e vicentine, Soave, i colli Berici, Vicenza, la riviera berica, Ostiglia, Piazzola sul Brenta.

Il percorso è di circa 6oo km. con un dislivello positivo di 3.500 metri così suddiviso: 5% single-track 25% ciclabili 30 % strade bianche 40% strade secondarie

La bici ideale è la gravel, ma potrai partecipare con qualsiasi altro modello, mtb, corsa, fat plus a tuo piacimento.

Qui a sinistra potete vedere la versione “quasi” definitiva… potranno esserci variazioni di 4/5 km… (clicca per ingrandire l’immagine). Il test completo definitivo ed integrale della traccia sara’ fatto ad inizio marzo.

Per raggiungere il sito del VENETO GRAVEL cliccate QUI

16 novembre 2017…. Obiettivo raggiunto per Loretta!!

Scalare 56 volte il Monte Grappa, questo è uno degli obiettivi che mi sono posta all’inizio dell’anno e che oggi sono riuscita a raggiungere. 56 volte pari al numero dei mie anni!!

10+1 sono i versanti che ti permettono di arrivare alla vetta, versanti duri, impegnativi, dai 20 ai 27 km di salita, dislivello 1750 m e per arrivarci da dove abito io ci sono dai 40 agli 80 km per raggiungere il versante che decidi di fare.

Un obiettivo da raggiungere anche per una promessa fatta agli “AMICI DEL QUINTO PIANO” dell’oncologia di Vicenza. Ad ognuno di loro andava il mio pensiero ogni volta che salivo sul quel monte che è diventato un pò”mio”, salite più o meno dure così come sono i momenti della vita.

MAI MOLLARE CE LA PUOI FARE!, questo è il mio motto e l’augurio che faccio a tutti voi..
Sono pronta per salire in sella e pedalare verso il prossimo obiettivo!

Edelweiss – “Legend into the Wild”

Dopo un bel po’di tempo,ho avuto l’onore di far una randonnèe  a dir poco..magnifica..la Edelweis.
Da lui ideata, il mio coach Giorgio Musseu Murar, i465 km con 3800 mt dislivello,tutta su ciclabile.
Partenza Faedo da bicigrill da Emilio, by Bike Break.
Raggiungendo il Brennero,in discesa ci siamo presi un bel temporale: per fortuna mi ha ascoltata, in modo tale da riuscir ripararci nel momento più violento, per poi ripartire, raggiungere Innsbruck, Valle del Inn di notte e alle prime luci  dell’alba Passo Resia a 7 gradi.
Discesa molto fredda verso Glorenza che mi ha bloccato lo stomaco e solo dopo una buona limonata calda e un buon piatto di spaghetti le gambe hanno ricominciato a girare.
Cronometro verso il lago di Caldaro, dove si è aggiunto l’amico Stefano Gamper,con il quale abbiamo condiviso gli ultimi km verso Faedo.
Che dire: Musseu…anche bravo organizzatore.
Questa volta,mi ha coinvolto di collaborare all’evento.
Come premio, mi ha fatto partire 45 minuti dopo, tirandomi per il collo per tutto l’evento.
Ho capito che devo farmi più furba!
Ringrazio tutti i partecipanti di questa bellissima randonne!

Scaliamo il Monte Grappa per 6 volte consecutive? Mah..proviamoci……

Tutto ebbe inizio dalle mie scalate in Cima Grappa, a me tanto caro!
All’inizio dell’anno mi ero prefissata scalarlo tante volte quanto sono i miei anni, ma dopo un po ho modificato l’idea!
Lo scalerò’ anche per i miei 56 anni, ma soprattutto per i miei “Amici del Quinto Piano, oncologia di Vicenza”!
Ebbene si…
Ciò che penso è la forza che mi spinge oltre,padrone del proprio corpo,delle emozioni,dei sentimenti!
Le battaglie decisive si combattono, si possono vincere o perdere: ciò che fa la differenza è dentro di noi!
La mente e il cuore delineano l’evoluzione della nostra vita,della nostra salute e cosi la decisione, lotto per me, per loro Amici del Quinto Piano,”Mai MOLLARE ce la posso FARE”.
Il Monte Sacro, la mia anima, il mio traguardo lassù al rifugio!
56 Amici che conosco, lottano ogni giorno contro la “bestia”il cancro, la salita da affrontare è dura, aspra, per ognuno di loro dedico una scalata!
All’inizio questa salita ti toglie il fiato, ma poi man mano che sali ,entri in sintonia con lei e diventa più”facile”. Trovo sempre la pedalata giusta per me!
La forza del pensiero “lottare sempre, io sono forte, arriverò alla vetta”!

Da questo si aggiunge un’impresa, chiamata Everisting. Consiste nello scalare una salita tante volte come altitudine del Everest, per un totale minimo di 8848 mt. Questo è il segmento minimo registrato fino a raggiungere questa altimetria. Le regole dicono di fare le soste che ognuno ritiene opportuno: l’importante è non dormire!
Ecco il motivo,perché ho deciso di scalare il Monte Grappa dal versante di Semonzo per ben 6 volte di seguito,raggiungendo l’obiettivo!
Ringrazio particolarmente il mio grande amico Giorgio Musseu Murari, sempre al mio fianco, sempre con consigli giusti!
EthicSport, per i suggerimenti alimentazione: pastasciutta, sali minerali Performance, Linea Tecnica minienergy, Malto Shot Endurance, Pre Gara Endurance, Extra Shot!
Cicli Rossi Povolaro,per l’assistenza tecnica e per la loro disponibilità!
Un abbraccio a tutto voi,che continuate a seguirmi!

2-3 Agosto 2017 Andar per fiumi

Quando progetto un giro in bicicletta mi piace sempre l’idea di farmi accompagnare dallo scorrere dell’acqua, costeggiando fiumi o torrenti.

Può essere una breve uscita di pochi kilometri, oppure un tour di più settimane, ma la compagnia dell’acqua in movimento mi rallegra e accompagna nel pedalare.

Nelle uscite di più giorni ci sono in realtà anche motivi organizzativi che mi fanno prediligere itinerari lungo le rive o sopra gli argini. Il più importante è dato dal fatto che solitamente i percorsi vicino all’acqua sono con pendenza limitata e abastanza lineari nel collegare varie località. Ci sono anche delle controindicazioni: è necessario valutare con attenzione l’esistenza di ponti per poter passare da una riva all’altra. Questa ultima precauzione è utile soprattutto se viaggio in luoghi che conosco poco o che visito per la prima volta.

L’itinerario

Il percorso di Andar per fiumi è disegnato lungo la Valsugana, da Bassano del Grappa fino a Civezzano, per poi immettersi nella vallata dell’Adige, da Trento a Bolzano. Da Bolzano si risale la vallata dell’Isarco, fino a Bressanone. A questo punto ci si immette nella Val Pusteria e a San Candido si inizia a percorere la ciclabile della Drava, passando per Lienz, Spittal, fino a Villach. Da Villach inizia il percorso di rientro, seguendo per un tratto la ciclabile Alpe Adria, passando per il Tarvisio e arrivando poco a Nord di Venzone.

In questo ultimo tratto del tragitto i corsi d’acqua vengono scavalcati, percorrendo la parte pedemontana del Friuli, raggiungendo infine il Veneto, costeggiando il Montello e le colline asolane

Alcune caratteristiche ciclistiche

Il percorso è lungo circa 800 km, con un dislivello totale di quasi 4000 m. Le strade che ho seguito non sono tutte asfaltate, ma si tratta in ogni caso di strade sterrate abbastanza facili, che posso stimare con lunghezza di poco più di 50 km.

Io ho utilizzato una bicicletta da strada con pneumatici antiforatura da 28 mm, con un bagaglio ridotto ai minimi termini, in quanto intendevo affrontarlo senza soste. Sono partito alle 3.30 del mattino di mercoledì 2 Agosto e sono rientrato il giorno seguente alle 23.30.

L’itinerario può essere tranquillamente distribuito su sette-otto giorni, visto che non ci sono difficoltà per trovare alloggio.

Per quanto riguarda il traffico, l’itinerario si snoda su ciclovie per circa 550 km, i restanti tratti sono su strade a basso traffico.

Di seguito trovate una breve descrizione dei vari tratti, con alcune immagini, e le tracce gpx.

Nota per le tracce gpx

A parte il tratto da Villach fino a Chiusaforte, tratto della ciclabile Alpe Adria, il resto dell’itinerario lo avevo già affrontato più volte, in vari periodi dell’anno, e agganciato e diversi tour in bicicletta. Nella costruzione dei percorsi gpx che fornisco, ho deciso di mettere insieme le parti di percorso che giudico più interessanti o più sicure. In ogni caso le tracce sono solo un suggerimento, in quanto è sempre necessario adattarle alle condizioni esterne del momento, e anche alle proprie condizioni fisiche. Solo per portare un esempio: lungo la ciclabile della Drava, che ho percorso quattro volte, mi è capitato più di qualche volta di dover effettuare delle deviazioni per interruzioni del tracciato dovute a problemi meteorologici.

 

Ore 3.30 Mercoledì 2 Agosto 2017

La partenza è nella parte finale della notte per godere di un po’ di fresco in questi giorni torridi.

Inizio il tragitto da Dueville e fino a Bassano seguo la ciclovia Pedemontana Alpina. E’ un susseguirsi di stradine nelle nostre campagne vicentine che mi porta prima a Marostica e poi a Bassano del Grappa.

Da qui inizio a seguire la destra Brenta. Per la prima parte, circa quindici kilometri, si tratta di strada a basso traffico, per la gran parte dei giorni. Da quello che leggo ci sono dei progetti per completare il collegamento con la ciclabile della Valsugana, ma per il momento è meglio seguire il tragitto automobilistico, visto che si snoda spesso in centri abitati, con conseguente bassa velocità dei veicoli motorizzati.

Sento il Brenta, o forse la Brenta, che chiacchera nelle prime luci dell’alba alla mia destra e piano piano prende colore e forma.

Finalmente a Piovega di Sotto, poco dopo Cismon del Grappa, inizia la ciclopista della Valsugana: sono felice al pensiero che per circa 400 km pedalerò su percorsi protetti!

A Primolano in questo periodo c’è una breve deviazione a causa di lavori sulla linea ferroviaria, ma in breve si rientra sul percorso orginario che è anche stato messo in sicurezza dalle cadute massi del costone occidentale della valle.

Brenta a Nord di Primolano

Una breve pausa sul ponte di rientro nella ciclabile per vedere il fiume che si sveglia sudando dopo questa altra notte bollente. A dire il vero anche io sono tutto sudato pur avendo pedalato nella notte.

La ciclabile procede quasi sempre vicino al fiume che lentamente si restringe, fino ad essere un piccolo fosso appena prima del lago di Caldonazzo.

Qui si costeggia il lago e in breve si arriva a Civezzano, dove inizia una breve salita, meno di un kilometro lungo la strada imperiale, per poi piombare in ripida discesa nella vallata dell’Adige.

Questa ultima parte del percorso è quasi sempre su strade a basso traffico. Ad oggi ci sono solo dei progetti per collegare la ciclabile della Valsugana con la ciclabile dell’Adige, ma dovrebbero essere finanziati entro il 2018

Ore 10.00 circa Mercoledì 2 Agosto 2017 vallata d'Agide

La ciclabile dell’Adige è una meraviglia, ma la giornata inizia ad essere caliente e devo fermarmi per far diminuire la temperatura con abbondanti abluzioni in uno dei punti di sosta e ristoro presenti lungo il tragitto.

La mia bicicletta odierna, con bagaglio minimale

E’ anche l’occasioni per fotografare la mia compagna di viaggio, che dovrà sopportarmi ancora per molte ore. Durante la sosta posso anche dedicarmi all’asciugatura del vestiario che oramai sprizzavano sudore da ogni fibra.

Questa ciclabile è ottimamanete servita e permette di seguire, cambiando nome, il fiume Adige, dal passo Resia, dove inizia, sino all’Adriatico, per circa 400 kilometri.

Non si trova sempre la qualità stradale trentina, ma ci si può accontentare.

In un altro momento descriverò il tratto finale dell’Adige, per mostrare alcune immagini del percorso.

Intanto mi sono abbastanza asciugato, ho fatto il pieno di acqua, sia interno che esterno, dicasi borracce, un rapido snack per non appesantire la digestgione sotto il sole e si riparte dopo aver salutato questo provvidenziale rubinetto.

Riprendo il tragitto lungo il fiume Adige che mi accompagnerà fino a Bolzano.

San Rubinetto, protettore dei ciclisti assetati

Adige e ciclabile tra Trento e Bolzano

Adige dal color di sabbia

ore 13.00 circa Mercoledì 2 Agosto 2017 lungo l'Isarco

Con un po’ di attenzione e qualche discussione con il mio navigatore, supero Bolzano e inizio a risalire la vallata dell’Isarco.Risalire è il termine corretto perchè ora i tratti in evidente salita si vedono e si sentono. Nulla di impossibile, ma dopo il piatto assoluto della vallata dell’Adige, il cambio è evidente.

Dopo Bolzano la valle si restringe e il fiume Isarco risulta abbastanza impetuoso e rumoroso. La ciclabile è perfetta, segnalata e ben tenuta. Approfitto di un ristorante, segnalato lungo la ciclovia, per una breve pausa a tavola: un leggero e dissetante prosciutto e melone a mezzogiorno.

Isarco a Sud di Chiusa

Isarco a Sud di Chiusa

Coppa gelato alla frutta riservata al primo della mia categoria

La ciclabile in qualche tratto entra in zone boscose ed il fresco è assorbito immediatamente dalla mia pelle. Con qualche escursione dentro i piccoli paesi che sorgone sul fondo valle, in breve arrivo a Bressanone e posso concedermi i giusto premio per questa prima parte del percorso. Sono le tre del pomeriggio e mi sento abbastastanza bene, nonchè in orario rispetto al programma che mi ero prefissato.

Ore 16.00 Mercoledì 2 Agosto 2017 in Val Pusteria

In uscita da Bressanone devo decidere se seguire la strada principale, in direzione Brunico, oppure proseguire per la ciclabile che mi porterà verso Fortezza, per poi imboccare la val Pusteria.

Scelgo la seconda alternativa, dopo aver visto il traffico sostenuto sulla via motoristica. Conosco questo tratto di ciclabile, ricordo che si snoda in mezzo ai boschi, con tratti sterrati, tra salite e discese. A dire il vero mi ricordavo delle discese più lunghe!

In circa un’ora riesco a superare anche l’autostrada del Brennero e inizio a dirigermi nettamente verso Est: ora mi accompagna il Rienza che seguirò fino a Dobbiaco, lungo la ciclabile della val Pusteria.

Fiume Rienza

da un ponte in legno che la scavalca

Anche questo tratto è spesso un continuo saliscendi, con qualche tratto sterrato, sempre molto guidabile.

A Brunico mi fermo per la cena, sapendo che poi dovrò passare tutta la notte prima di potermi rifocillare.

Poco dopo Dobbiaco incontro la Drava che mi accompagnerà per i prossimi 200 kilometri.

Ore 21.00 Mercoledì 2 Agosto 2017 passaggio Italia Austria

Con le ultime luce di oggi passo il confine e inizio la discesa verso Villach.

Conosco abbastanza bene questo tratto di ciclabile, DrauRadWeg, ma è la prima volta che lo percorro di notte. Sento sempre il fiume di fianco. Nei primi tratti è poco più di un rigagnolo, ma in breve si ingrossa, raccogliendo le acque che scendono dai lati della vallata.

Per tutta la giornata ho viaggiato sotto il sole, ma inizio a vedere bagliori in lontananza e la strada si fa umida, con foglie e piccoli rami a terra. E’ necessario guidare con estrema prudenza, pur conoscendo la strada, data la visibilità limitata, ma Lienz è raggiunta dopo circa 40 kilometri.

Nel passaggio della città mi accorgo che devo aver evitato un bel temporale, con forte vento, infatti troverò anche alberi in mezzo alla strada molto più avanti.

Viaggio in questa notte serena e la volta di stelle qualche volta mi fa perdere l’equilibrio, allora mi fermo e la guardo stupito: quante stelle!

La foto rappresenta una pallida imitazione di ciò che provo in quel momento, mi sento immerso nel cielo.

Più avanti un incrocio simpatico. Nel buio illuminato dal mio faro vedo due ombre in lontananza, mi fermo e osservo: sono due daini fermi a bordo strada. Mi osservano un istante e poi attraversano circospetti, aspetto che siano ben distanti dal percorso e allora passo io.

La ciclabile della Drava è ben segnalata e dopo Lienz presenta anche lunghi tratti di sterrato, che caricheranno la mia bicicletta di un simpatico fango grigiastro. Con calma raggiungo Villach alle prime luce dell’alba e decido che è il momento di un breve sonnellino. Individuo una comoda panchina lungo il fiume e mi regalo circa mezzora di sonno profondo: i miei riflessi avevano iniziato ad avvertirmi che era meglio una sosta programmata a bordo strada, piuttosto che una imprevista in mezzo alla strada.

La Drava presso Villach

Itinerario ciclabile a Villach

Villach è una città molto piacevole da girare in bicicletta, ma questa volta devo dirigermi rapidamente verso il Tarvisio.

Osservo la Drava che è diventata adulta nel corso della notte e la saluto. In un’altra occasione l’ho seguita fino a Maribor e la prossima volta le chiederò di accompagnarmi fino al Danubio. Ma ora rotta a Sud con meta il Tarvisio.

Ore 7.30 Giovedì 3 Agosto 2017 Villach Tarvisio (Alpe Adria)

Esco da Villach e seguo le indicazioni per la ciclovia Alpe Adria, a dire il vero non sempre evidenti, arrivando a costeggiare il Gail. In questo tratto per tre volte devo scendere ed aggirare alberi caduti in mezzo alla ciclabile.

Il fiume Gail verso il Tarvisio

Passerella ciclopedonale sul Gail

Il percorso è molto piacevole nel fresco del mattino e poco dopo le nove raggiungo il valico del Tarvisio.

La salita non è impegnativa ma bisogna prestare attenzione a non perdersi nel passaggio tra un paese e l’altro, pena il ritrovarsi fuori strada, su tratti sterrati anche malmessi.

La sosta per la colazione passata la frontiera è un obbligo e il paesaggio rinfranca lo spirito, con una giornata di pedale ancora davanti.

Guardo le montagne che mi circondano e via verso la pianura afosa.

La prima parte della ciclabile del Tarvisio, sempre su asfalto e ben segnalata, merita diverse soste per gli scorci che regala. Ma anche una guida particolarmente prudente per il tratti stretti e in pericolosa pendenza. Ho passato un ciclista che stava per essere soccorso da personale medico in ambulanza, dopo aver inforcato un paletto segnaletico al centro della via ciclabile, alla fine di una ripida discesa. Ho sentito i soccorritori immediati che sembrava rispondere ai primi richiami, ma ho ripreso la discesa con ulteriore attenzione.

ciclabile Alpe Adria presso valico del Tarvisio

Tarvisio: paesaggio

ore 10.00 Giovedì 3 Agosto 2017 Tarvisio-Moggio (Alpe Adria)

Dall’abitato di Tarvisio la ciclabile segue il sedime della vecchia linea ferroviaria, per ora fino a Moggio, con viste da togliere il fiato.

 

 

 

 

 

 

Sosta a Chiusaforte

Ma la fame avanza e allora sosta al bicigrill di Chiusaforte per una buona pasta, prima del pomeriggio che si annuncia infuocato.

Altro premio al bicigrill di Chiusaforte

Ore 12.00 Giovedì 3 Agosto La pedemontana da Venzone a Bassano

Dopo la pausa di ristoro, la ciclabile vera e propria termina prima di Venzone, presso Moggio. Devio nettamente verso Ovest e inizio il percorso lungo la pedemontana, primo costanggiando il lunare Tagliamento, poi per la ciclovia del Collio, sempre su strade a basso volume di traffico. Il percorso è ondulato e qualche volte al fresco degli alberi, con passaggi  a cavallo dei torrenti che scendono verso la pianura padana.

 

 

 

 

Poi iniziano i vigneti e le colline di Conegliano. Non ci sono grosse asperità e la strada è piacevole, nonostante il caldo soffocante mi obblighi a frequenti soste. Indicativamente sto seguendo la ciclovia Pedemontana Alpina, che due anni orsono ho percorso in senso inverso, con  obiettivo Caporetto.

Con la sera arrivo al Montello e poi in rapida successione le colline asolane e Bassano, per chiudere verso le ore 23.30.

Percorsi in formato gpx e kml

Ora i percorsi nei due formati gpx e kml, con le avvertenze iniziali.

Le tracce sono raccolte in una cartella zippata, da scaricare, da cui estrare i files con i percorsi.

I percorsi sono in formato gpx (per la navigazione) e kml (per la visualizzazione in Google Earth).

Ho diviso il tragitto in tre parti: il primo tratto italiano, il secondo tratto austriaco, il terzo tratto ancora italiano.

tracce gpx e kml